Tesla viola la protezione dei dati

Tecnologia o privacy?

Tesla viola la protezione dei dati

4 gennaio 2021 upsa-agvs.ch – Ogni Tesla è dotata di un hardware per la guida autonoma. Secondo varie testate di TX Group, però, l’elettrica scandaglia lo spazio intorno alla vettura più di quanto sia consentito dalla Legge svizzera sulla protezione dei dati.
 
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Fonte: Tesla

jas. Ogni nuovo modello Tesla monta di serie un hardware di ultima generazione che consente già di utilizzare la funzione Autopilot e presto permetterà di ricorrere anche alla guida completamente autonoma. Otto videocamere scandagliano a 360° il perimetro intorno alla vettura, coprendo una distanza che può arrivare anche a 250 m. Il sistema è completato da dodici sensori a ultrasuoni e un radar. Una tecnologia da favola, si direbbe. E invece no. L’amore per l’high-tech della casa di Palo Alto ha infatti un lato oscuro: le Tesla rilevano l’ambiente circostante più di quanto sia consentito dalla Legge svizzera sulla protezione dei dati. Lo hanno dimostrato varie testate di TX Group come il «Tages-Anzeiger», il «Freiburger Nachrichten» e il «Der Bund», affiancate dal Dipartimento Tecnica automobilistica della Berner Fachhochschule.
 
In modalità DashCam, ad esempio, la Model 3 filma passanti, semafori e altre auto. I dati rilevati dalle videocamere vengono poi analizzati dal computer di bordo. Le persone e i veicoli catturati dalle immagini sono ben riconoscibili e, quindi, identificabili. Secondo i giornalisti di TX Group, si pongono dunque varie questioni in materia di privacy che potrebbero avere conseguenze spiacevoli per chi guida una Tesla. In Svizzera, infatti, non è consentito – se non in casi eccezionali – utilizzare le dashcam e riprendere quindi altri utenti del traffico. Una conclusione peraltro confermata da una sentenza del 2019 del Tribunale federale.
 
Interpellato dal gruppo editoriale, un portavoce dell’Incaricato federale della protezione dei dati e della trasparenza ha perciò raccomandato di non utilizzare questa funzione in modo continuativo e di essere cauti anche nell’uso del Sentry Mode, la modalità di sorveglianza antifurto: «A chi vuol andare sul sicuro e non vuole incorrere in violazioni consigliamo di disattivare questa funzione perlomeno negli spazi pubblici.» E dato che le Tesla inviano i dati alla sede centrale negli USA, Peter Affolter, professore di tecnica automobilistica e dei veicoli della Berner Fachhochschule, solleva altre riserve: «Non si sa quanti dati vengano trasmessi, quali vengano forniti e quando vengano inviati.» Una questione spinosa visto e considerato che possono accedervi anche le autorità statunitensi. Tesla fa spallucce e rimanda al cosiddetto Swiss-US Privacy Shield.
 
Gli articoli del 4 gennaio 2021 pubblicati da TX Group ricordano inoltre che, praticamente, i clienti Tesla non hanno altra scelta se non quella di violare le prescrizioni svizzere in materia di protezione di dati. Impedire la trasmissione dei filmati registrati in Sentry Mode è semplicissimo. Ma chi si oppone tout court all’invio dei dati rischia di non poter più aggiornare il software della propria auto o di non poter più fare il monitoraggio a distanza. Dato che solo in pochi sono disposti a rinunciarvi chiunque si trovi vicino a un’elettrica di Elon Musk dovrà tenere sempre presente una cosa: che Tesla (e non il Grande Fratello) lo sta guardando...
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