Lo scoppiettio cede il posto a un ronzio

Convertire le oldtimer

Lo scoppiettio cede il posto a un ronzio

9 aprile 2021 agvs-upsa.ch – Per alcuni potrebbe essere un oltraggio, per altri semplicemente cool: Andreas Weibel, garagista UPSA, converte le oldtimer in veicoli elettrici. Dopo il suo pick-up VW T2, sta attualmente lavorando su una Jaguar E-Type con alimentazione elettrica. 

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Il proprietario del garage UPSA, Andreas Weibel, con la VW T2 del 1979 convertita in un'auto d'epoca elettrica. onte: Media UPSA 

jas. Convertire le auto in modo che sembrino esternamente appena modificate non è una novità per Andreas Weibel, ma piuttosto una passione. Il garagista UPSA converte auto da ben 50 anni. La prima auto fu nel 1977 un VW bus, che equipaggiò con un motore Porsche. Un boxer da 2,4 litri proveniente da una 914 forniva all’epoca una spinta supplementare. Insieme a suo fratello Urs Weibel, direttore della rappresentanza VW ad Aarberg BE, possiede una straordinaria collezione di veicoli, che include non solo la prima VW Golf del 1974 o il primo Maggiolino VW immatricolato nel nostro Paese, che i Weibel hanno fatto importare appositamente dal Canada, ma anche una Golf bimotore. Un altro dei tanti progetti di conversione di Andreas Weibel. Ma alla fine c’era ancora spazio nel bagagliaio, che poteva essere tranquillamente riempito con un secondo motore per una maggiore potenza di guida.

Gli appassionati di motorismo al Nürburgring conosceranno anche il T1, convertito da Weibel e dal collega Fred Bernhard. Il Racetaxi fa sembrare vecchie anche alcune auto sportive nella “Grüne Hölle” (inferno verde) quando dà la spinta con i suoi 560 CV. Il responsabile dell’azienda e dell’assistenza è anche orgoglioso di un pick-up VW giallo a passo corto che si trova in un angolo dello showroom di Aarberg. La conversione di questo T3 si è vista anche in televisione. «Durante le riprese della trasmissione “Grip” dedicata agli incredibili bus, il moderatore di RTL2 l’ha testato su strada consumando 60 l/100 km. Guido il veicolo con circa 38 l/100 km sulla pista. Il consumo normale è di circa 10 litri», afferma il 64enne con un sorriso. Un T3 con un consumo così enorme?! Si capisce considerando il V8 da 4,2 litri di un’Audi S6 con 340 CV, discretamente nascosto sotto il cofano della superficie di carico. Una sfida è stata la conversione del telaio e dei freni con il retrofitting dell’ABS e del sistema frenante della Porsche.

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Il 64enne specialista in conversioni di Aarberg BE al volante della VW T2, che ronza allegramente invece di sferragliare. Fonte: Media UPSA 

Ogni quattro anni circa, l’appassionato meccanico d’automobili con attestato federale si dedica a un nuovo progetto di conversione. A tale scopo, inizia sempre con calcoli e disegni tecnici prima di mettere mano alle carrozzerie dei vecchi veicoli. «Mi occupo dei freni e della meccanica, lo trovo più appassionante.  Cerco inoltre sempre di fare in modo che la carrozzeria mostri il meno possibile le modifiche.» Ora Andreas Weibel ha scoperto una nuova passione. Converte le oldtimer in veicoli elettrici. «La nostra prima idea era di mettere la tecnologia Tesla sotto un telaio convenzionale», afferma Weibel. Doveva essere una classica carrozzeria da musclecar dell’esperto americano Factory Five, fatta di un telaio a traliccio con rivestimenti in poliestere.

Fortunatamente, il garagista UPSA si è tra l’altro prima accertato presso l’Ufficio di circolazione stradale e il DTC di Vauffelin per assicurarsi che ci fosse una qualche possibilità di ottenere l’immatricolazione. «Hanno semplicemente scosso la testa e hanno detto che in Svizzera non avremmo ottenuto l’immatricolazione. Le direttive relative alla protezione dalle schegge sulla carrozzeria in poliestere e alla resistenza del telaio a traliccio sono troppo rigorose nel nostro Paese», spiega Weibel. L’ispettore capo dell’Ufficio della circolazione stradale di Friburgo gli diede allora la dritta decisiva consigliandogli di usare una carrozzeria di serie, per la quale non avrebbe dovuto produrre un attestato speciale.

La soluzione si trovò rapidamente: Weibel utilizzò un vecchio bus VW e installò una trazione elettrica sotto il guscio ancora patinato dell’oldtimer. Nella scatola sotto la superficie di carico ha ora installato una batteria con una capacità di 74 kWh ordinando in Olanda le singole celle e assemblando i kit di retrofitting da 4,2 volt ciascuno in blocchi di celle singole. «La batteria non ha bisogno di essere raffreddata o riscaldata, le ventole nella parte posteriore sono destinate soltanto ai caricatori», spiega Weibel mentre ci mostra ulteriori dettagli della sua conversione elettrica. «Posso caricare con 400 o 240 volt.» Il VW poco appariscente è alimentato da un motore elettrico, che con i suoi 75 chili è addirittura più leggero dell’aggregato a benzina originario. Il nuovo cuore elettrico del pick-up eroga 95 kW/130 CV e fornisce 220 Nm. «Il bello è che è tutto regolabile. Posso definire i singoli indicatori di performance come voglio», svela Weibel. 

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Il motore EV-Europe si adatta facilmente sotto la parte posteriore del pick-up VW. Fonte: Media UPSA 

Il motore elettrico è chiaramente più leggero, ma la batteria aggiunge altri 550 chili al peso dell’oldtimer, ed è per questo che il meccanico esperto ha montato ammortizzatori da corsa con regolazione della trazione e pressione. La nuova distribuzione del peso del VW elettrico potrebbe quasi far emozionare alcuni appassionati delle corse perché il rapporto 51:49 è pressoché ideale. Inoltre, grazie a un basso centro di gravità, il  vecchio VW si mostra compiaciuto sulla strada. «Anche i freni del VW 150 CV bastano, si sono rese necessarie soltanto altre pastiglie e pinze dei freni», afferma Andreas Weibel.

La conversione in oldtimer elettrico è molto più facile, ma anche estremamente più costosa. Soltanto per le batterie, il motore elettrico, la scatola, i cavi e altri pezzi della VW ci vogliono circa 68’000 franchi. «Riesco ad avere un motore V8 a benzina sul mercato dei pezzi smantellati per una frazione di tale cifra. La parte più impegnativa nella conversione in una older elettrica sono le scatole di inox che si adattano precisamente alle celle della batteria, che rivestiamo all’interno con neoprene antiurto.» Per far sì che la scatola e le celle all’interno possano supportare anche carichi di fino a 2,5 g, tutto è stato meticolosamente calcolato e testato. Weibel, che ha riconvertito il T2 del 1979 insieme a Felix Stoffel e al figlio di questi, Simon Jeger, aggiunge: «Oggi, gran parte del lavoro viene fatto anche tramite software. Ormai l’abbiamo ricostruito almeno dieci volte raggiungendo inizialmente soltanto circa il 60% di performance. Poiché il recupero era stato regolato troppo in alto, le ruote si sono subito bloccate.»

Ma ora il VW funziona perfettamente con il suo motore EV Europe nella parte posteriore. Si carica alla colonnina per l’elettrico, che è anche disponibile per i clienti della Golf ibrida plug-in o della nuova VW ID3 presso l’agenzia di rappresentanza VW di Aarberg. Ecco perché prendiamo subito l’oldie elettrico per dare un’occhiata all’ultimo progetto di Triamp - come si fanno chiamare Weibel, Jeger e Stoffel. Con un ampio sorriso, il sessantaquattrenne preme sull’acceleratore e il Bulli elettrico si allontana senza sforzo in direzione di un’officina di bricolage poco appariscente della regione bernese, dove stanno lavorando su una Jaguar E-Type importata dagli USA. 

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Una volta completata la conversione, la Jaguar E-Type sarà su strada con 150 CV elettrici. Fonte: Media UPSA 

Ma a cosa serve ha tutto quel mucchio di schiuma proprio accanto alla oldie color rosso vino? «Questi sono i nostri prototipi per le scatole della batteria. Abbiamo distribuito i blocchi su tutta la Jaguar e scoperto quante celle possiamo finalmente utilizzare», afferma Weibel. Il trio Triamp dedito alla conversione è riuscito a montare nella parte anteriore tre batterie e il motore elettrico sotto il cofano allungato della E-Type. «Ma la Jaguar probabilmente passerà da un 2+2 posti a un due posti, perché abbiamo bisogno dello spazio nella parte posteriore anche per ulteriori celle di batteria», spiega. In cambio, la Jaguar dovrebbe infine brillare con una rispettabile autonomia elettrica di 270 chilometri.

L’appassionato garagista UPSA e i suoi colleghi hanno investito circa 2500 ore nella conversione elettrica dell’elegante inglese. Ma non gli fa male montare su una così bella oldtimer un cuore elettrico rompendo quindi in un certo senso con la tradizione? Weibel fa una breve riflessione: «Si tratta senz’altro di una cosa speciale, anch’io sono un appassionato di oldtimer, ma la conversione in quanto tale mi piace. E a causa delle nuove norme sui gas di scarico, è pressoché impossibile realizzare ancora progetti con motori convenzionali. Bisogna sempre essere veloci in fatto di conversione, come lo è la legislazione con l’adattamento delle norme sui gas di scarico, per ottenere ancora l’immatricolazione», spiega il 64enne, «e certi progetti si trascinano semplicemente un po’.»

Al contrario, la conversione della E-Type in una Jaguar elettrica con una capacità della batteria di 53 kWh, 110 kW/150 CV e 235 Nm di coppia è andata finora secondo i piani. «Abbiamo dovuto far trattare soltanto due parti del cambio e dell’albero cardanico, mentre per altri piccoli pezzi ho potuto prendere in considerazione aziende della regione», spiega con soddisfazione richiudendo il portellone e il cofano del motore della oldtimer elettrica quasi finita. Una tale conversione potrebbe forse essere non solo un progetto del cuore, ma addirittura anche un modello di business? Weibel risponde negativamente: «Nelle conversioni elettriche, le sole batterie installate sono troppo costose. Ne vale la pena al massimo solo per alcuni fan sfegatati.» Tuttavia, ci sono altre scatole di legno con celle di batteria in un angolo. Il garagista abbozza un sorriso: «Servono alla prossima oldie elettrica…».
 
L’elettromobilità svizzera su misura
Andreas Weibel non è da tempo l’unico a infondere nuova vita elettrica nelle vecchie carrozzerie. Da anni, negli USA, la Zeletric Motors converte vecchi Maggiolini VW. L’inglese Lunaz Design si prende cura delle classiche oldtimer britanniche e i kit di conversione elettrica sono ormai disponibili persino franco fabbrica, per esempio alla Jaguar. Anche in Svizzera l’elettromobilità è su misura, ad esempio da Silvia e Till Marton, che, dopo aver iniziato nel 2011 a riconvertire una Porsche 968, si sono divertiti così tanto con la E-Porsche fatta in casa che hanno deciso di fondare una loro azienda. La loro manifattura Marton GmbH a Küssnacht am Rigi si è specializzata nel dotare le oldtimer di e-power. Nel frattempo, anche una Corvette del 1962 e una Citroën DS23 Break sono state trasformate in auto elettriche dal ronzio silenzioso
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