Più obiettività - meno isterismi

Politica climatica

Più obiettività - meno isterismi

26 giugno 2019 upsa-agvs.ch – «Spero che smetteremo di discutere solo di CO2 e che ci avvicineremo a una politica climatica di più ampio respiro.» Questo l’auspicio che Thierry Burkart, Consigliere nazionale PLR, ha espresso nell’attuale edizione del giornale Schweizerische Gewerbezeitung SGZ.
 

abi. Nell’intervista il Consigliere nazionale PLR (AG) chiede una politica climatica economicamente sostenibile. «Tutte le misure devono essere concepite in modo tale che gran parte della popolazione e le PMI le possano pagare», afferma Burkart. «Massacrare la mobilità e renderla più costosa sarà anche chic ma il rincaro colpisce non solo automobilisti e pendolari ma anche il ramo dei trasporti e, in fin dei conti, i nostri prodotti e il nostro lavoro – quindi riguarda tutti noi.» Per lui non ci sono dubbi: «L’artigianato, le PMI, devono restare concorrenziali; come farebbero, altrimenti, a fare innovazione e fornire i loro servizi nel rispetto dell’ecologia?»

Il Consigliere pensa che l'attuale discussione sul clima sia un dibattito sul benessere economico. «Una cosa non va dimenticata: non tutte le persone che vivono in Svizzera se la passano tanto bene quanto i decisori politici», ha ricordato Burkart. «La politica climatica deve essere efficace, economicamente sostenibile e non deve ignorare gli aspetti sociali.» Come monito ricorda le proteste dei gilet gialli francesi, iniziate proprio per un rincaro relativamente esiguo del prezzo del carburante.

Inoltre, Burkart non crede che un aumento dei prezzi di benzina e trasporto pubblico possa cambiare il comportamento di consumo. «Ciò non riduce la mobilità, né produce un effetto di orientamento», ha affermato. «Abbiamo una mera ridistribuzione di denaro di cui non beneficia né il clima né l’infrastruttura.» Per ottenere un radicale cambio di rotta, i prezzi dovrebbero aumentare notevolmente – «parliamo di un incremento di oltre un franco per litro di carburante.» Ma la misura non sarebbe né socialmente accettabile, né politicamente praticabile. E soprattutto: «Non punirebbe solo i pendolari ma tutti i consumatori, che pagherebbero il trasporto a caro costo.»

Il vice presidente del TCS ha le idee chiare anche in fatto di bando di determinate tecnologie. Burkart crede che i divieti siano la strada sbagliata e che potrebbero frenare eventuali innovazioni, anche in favore dell’ecologia. Dubita inoltre che sia possibile rifornire tutto il mercato di propulsioni alternative, come quelle elettriche, entro il 2030. «Sicuramente non ci riusciremo.»
Il Consigliere dell’Argovia resta fedele agli obiettivi sanciti dall’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, che impegna la Svizzera a dimezzare le emissioni di CO2 entro il 2030. «Ma chiedo anche più obiettività e meno isterismi quando si parla di clima», ha sottolineato Burkart. In fin dei conti, a livello mondiale la Svizzera è tra i primi della classe in termini di rapporto tra emissioni di CO2 e prodotto interno lordo.

L’esponente del PLR consiglia quindi di non seguire una politica miope e dogmatica ma di osservare il tema nel suo complesso. Vanno definiti gli obiettivi e adottate le misure giuste «dove vale effettivamente la pena applicarle». E per farlo ci si dovrebbe chiedere: «Cosa fare? Quanto costa? Quali effetti produce? E chi paga?»

 

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