In Svizzera, un posto di lavoro su otto dipende direttamente o indirettamente dall’auto

Il settore svizzero dell’automobile è un fattore chiave anche all’interno dell’economia svizzera: con circa 226‘000 persone occupate conta, ad esempio, il doppio dei lavoratori dell’industria farmaceutica.

Rispetto al settore svizzero dell’automobile, costituito complessivamente da 5200 aziende, il ramo dell’auto è formato da tutte quelle imprese che hanno a che fare con le automobili (inclusi importatori, mercati dell’auto, magazzini pneumatici, indotto). Il ramo svizzero dell’automobile comprende conta in tutto oltre 19'000 aziende, che danno lavoro a un totale di 226'230 persone e che producono complessivamente un fatturato di 95 miliardi di franchi. Di questi, 34,2 miliardi di franchi vengono generati dalle sole autofficine elvetiche. La parte del leone spetta al segmento delle auto nuove (13 miliardi di franchi), seguito da quello delle occasioni (7,8 miliardi di franchi). Nel segmento dei lavori di riparazione e dei ricambi sono stati fatturati un po’ di più di 10 miliardi di franchi. La percentuale più bassa è stata realizzata dai veicoli utilitari, con un fatturato di 2,6 miliardi di franchi.

Queste cifre evidenziano la rilevanza – all’interno dell’economia svizzera – del ramo dell’automobile, che dà lavoro allo stesso numero di persone che opera nel settore alimentare, tessile e dell’abbigliamento messi insieme e offre il doppio dei posti di lavoro disponibili nell’industria farmaceutica. Complessivamente, un posto di lavoro su otto dipende direttamente o indirettamente dall’automobile. Sulla base di queste cifre, il ramo svizzero dell’automobile produce l’1,4% del valore aggiunto lordo nazionale e rientra così fra i settori minori dell’economia nazionale, paragonabile per importanza al settore delle telecomunicazioni (percentuale: 1,4%) o dell’industria dei generali alimentari, delle bevande e del tabacco (percentuale: 1,8%).

Il contributo nazionale del ramo dell’automobile ha conosciuto tempi migliori: ancora negli anni ’80 si aggirava intorno al 2%, per poi calare nettamente nella prima metà degli anni ’90 a causa del forte impatto della recessione sul settore dell’automobile. Da allora, la sua quota a livello nazionale è rimasta per lo più costante, seguendo gli sviluppi dell’economia nazionale.
 

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